Negli ultimi anni le serie dei canali broadcast sono decisamente scese di livello o di interesse, questo perché vi è una mancanza di proposte, o una mancanza di idee generali negli show portati avanti; l’esempio più grande può riguardare la FOX, che però, per quanto riguarda le serie, fino a qualche tempo fa ancora brillava.
Questa non è altro che una piccola introduzione a una delle serie più seguite e discusse degli ultimi anni, Fringe, a cui oggi è dedicato il nostro Serial Must.
Fringe partì nel 2008, tutti lo identificavano inizialmente come il nuovo X-Files, soltanto che, come capita spesso nelle serie dei canali non a pagamento, partono con un’idea principale, ma poi sono soggetti a continue trasformazioni.
Inizialmente, infatti, la serie parla della divisione Fringe, una divisione segreta dell’ FBI che si occupa di strani eventi che accadono nel mondo.
La struttura procedural dello show è sicuramente una di quelle più ben riuscite degli ultimi anni, grazie ad una scrittura solida e grazie agli attori e agli ottimi casi, questo potrebbe già essere ritenuto uno dei grandi punti di forza di Fringe, in particolare fino a quando non arriverà la storia principale.
Per avere la vera storia, per chi non dovesse appassionarsi subito per i casi del giorno, io consiglierei però di aspettare almeno la fine della prima stagione, in quanto è da lì che si incomincia a vedere il capolavoro che potrebbe essere e che sarà questa serie, che tra universi paralleli, diverse timeline e personaggi misteriosi riuscirà a creare delle storyline che riusciranno ad appassionare lo spettatore e a tenerlo incollato allo schermo dall’inizio alla fine, senza mai scaturire nel banale, ma trattando sempre tutte le storie con molta cura, in particolare fino alla fine della 3 stagione.
Oltre alla stupenda storia principale, che riuscirà a rendere Fringe una serie staccata e finalmente non più paragonata ad X-Files, la vera forza della serie sono sicuramente i personaggi e i loro rapporti.
Fringe infatti non sarà sempre perfetto, però ci saranno sempre i personaggi:
Olivia
Olivia è la protagonista di Fringe, sebbene nel trio principale tutti e tre risultino veri e propri senza troppa distinzione di minutaggio o di attenzione riservata. Olivia ci appare, in particolare all’inizio, una ragazza chiusa, abbastanza fredda anche a causa di un passato non troppo roseo, ma che nel corso del tempo subirà più cambiamenti, interpretata da una meravigliosa Anna Torv che mostrerà tutta la sua bravura, in particolare nella terza stagione e nella quarta.
Peter
Peter è il figlio di Walter, fra i tre personaggi è sicuramente quello meno curato complessivamente, ma sebbene sia meno curato risulta comunque un personaggio decisamente piacevole e, in fin dei conti, sarà anche il più importante per la mitologia dello show, infatti varie storie si intersecheranno direttamente con il suo personaggio.
Walter
Walter è il padre di Peter. È sicuramente il personaggio che più resterà nel cuore del telespettatore e uno dei personaggi televisivi più belli e più sfaccettati e profondi che si siano visti. Uno scienziato caduto in rovina a causa di un incidente nel suo laboratorio, per cui ha perso in parte la ragione. È stato rinchiuso in manicomio e per 17 anni non ha ricevuto una visita. È effettivamente il personaggio che più ci farà ridere, ci farà rimanere con il fiato sospeso e ci farà piangere, interpretato da un magistrale John Noble.
Anche i personaggi secondari sono alla fine tutti piuttosto ben realizzati e ricoprono i loro ruoli in modo efficiente, alcuni saranno alla fine fondamentali, almeno per la storia della serie, come ad esempio William Bell. Altri avranno ruoli più semplici e ristretti come Astrid, Broyles, Nina Sharp e Charlie Francis; unico personaggio che generalmente ha un po’ diviso l’opinione pubblica è Lincoln Lee, che personalmente ritengo sia stato criticato più per aver preso il posto di Charlie Francis, che sarà totalmente dimenticato dagli autori nelle ultime stagioni, ma che non è stato dimenticato dai fan della serie.
Infine ci sarebbero anche i cattivi, su cui però non dico nulla, e gli osservatori.
Gli osservatori sono personaggi misteriosi che compaiono negli eventi più importanti della storia, spesso anche durante gli eventi Fringe, e la cosa più strana è che non invecchiano mai. Anche su loro non aggiungo altro se non che i creatori della serie si sono divertiti a creare un minigioco all’interno della serie (oltre anche ad un alfabeto Fringiano e easter egg che suggeriscono alcuni avvenimenti che succederanno in futuro) che si chiama “Trova l’osservatore”, infatti essi compaiono in ogni episodio nascosti in angoli della scena oppure passano velocemente alle spalle dei protagonisti.
Ultima nota su questa fantastica serie è la colonna sonora stupenda, realizzata da Giacchino, famoso compositore di colonne sonore per film Disney come Up e altre serie TV come Lost, mentre il meraviglioso tema principale della serie è stato ideato dallo stesso Abrams.
Ci sarebbe davvero troppo da dire su questa serie che fra salti temporali, flashback che ci rivelano parti fondamentali della storia, universi paralleli, diverse timeline e loop temporali è riuscita a raccontarci una grandissima e non troppo facile storia, in condizioni davvero difficili, sempre in bilico tra rinnovo e cancellazione, e se la quarta stagione risulterà un pochino confusionaria e non riuscita al meglio il motivo è soprattutto questo, gli autori possono essere solo leggermente incolpati.
Fringe riesce nell’impresa di farci sentire partecipi della famiglia televisiva da loro creata, cosa rarissima, a tenerci con il fiato sospeso quasi ad ogni finale di episodio e sfornare episodi stupendi uno dopo l’altro. Fringe è una serie che apre la mente ed è davvero una serie di fantascienza che riesce, come dice il suo motto, a fare “Immaginare l’impossibile”.
Se, come spero, vi ho incuriosito a seguire questa già famosissima serie, vi do un ultimo consiglio, se ne avete l’occasione, seguite la serie in lingua originale perché vale molto di più.